Rescorla (1989) definisce parlatori tardivi ”late talkers”, quei bambini che a 24 mesi, presentano un lessico inferiore a 50 parole e un assenza di combinazioni di parole; Paul (1991) considera in ritardo quei bambini con meno di 10 parole fra i 18 e i 23 mesi e con un vocabolario inferiore a 50 parole a tra i 24 ei 34 mesi.
Questi dati fanno riferimento agli aspetti espressivi del linguaggio (produzione verbale), mentre negli studi effettuati negli ultimi anni, sembrano sempre più rilevanti i processi di comprensione linguistica, nell’analisi dei disturbi di linguaggio.
Uno studio italiano condotto su un gruppo di 32 bambini con ritardo di linguaggio, ha evidenziato che i bambini che presentavano solo un disturbo del linguaggio di tipo espressivo, mostravano un recupero nei periodi successivi , mentre i bambini che avevano anche una compromissione nelle abilità di comprensione, evolvevano in un disturbo specifico di linguaggio.
Contemporaneamente altri studi sono stati svolti sui bambini “late talkers”, relativamente all’uso dei gesti. Si è evidenziato che i bambini con ritardo di linguaggio, che però utilizzano gesti in misura maggiore dei coetanei con sviluppo tipico, recuperano presto il ritardo, mentre i bambini con ritardo di linguaggio che usano un numero di gesti simile ai bambini con sviluppo tipico, sembrano andare incontro a più seri problemi linguistici.
Questi bambini, che sono in ritardo con il linguaggio, ma hanno una rilevante produzione di gesti, possiedono una ricchezza di contenuti, ma hanno poche rappresentazioni fonologiche per poterli esprimere.
In sintesi, nei casi in cui un genitore abbia dei dubbi sullo sviluppo del linguaggio del proprio bambino, escluse altre cause neurologiche, audiologiche, ecc. , sarebbe comunque consigliato non sottovalutare il fatto ed effettuare una valutazione ( eseguita da una terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva o da una logopedista )per indagare il livello di comprensione linguistica del bambino e valutare anche gli altri aspetti dello sviluppo.
Il terapista potrà fornire indicazioni utili ai genitori per favorire lo sviluppo della produzione verbale del bambino e dove necessario eseguire delle terapie riabilitative con il bambino, per il tempo necessario a recuperare il ritardo nella comunicazione.
Questo permetterebbe di prevenire molti disturbi del linguaggio che spesso si presentano poi in fasi successive della crescita, in combinazione con l’inizio della scuola del bambino e che risultano poi più invalidanti.